UN ASSASSINIO IMPREVEDIBILE
Era una serata apparentemente tranquilla...una classica serata primaverile, perfetta per una passeggiata romantica. L'aria era mite e dalla porta socchiusa entrava il profumo dei fiori del giardino.
Francesca stava finendo di truccarsi davanti allo specchio del bagno, quando le sembrò di vedere un'ombra.
Preoccupata
si girò per controllare, ma non vide nulla di strano; rasserenata
decise di aspettare il fidanzato guardando la televisione in salotto e
tenendo come sempre il volume molto alto.
La povera Francesca, ignara di ciò che sarebbe accaduto, non si
accorse dello scricchiolio del parquette e solo quando ormai era troppo
tardi per scappare, vide una persona pararsi davanti a lei con in mano
un coltello affilato, non ebbe il tempo di capire chi fosse che si sentì
la carne lacerata una, due, tre volte; rimase con gli occhi spalancati
mentre una pozza di sangue si formava sotto di lei.
La
vicina che stava andando a buttare l'immondizia nel cassonetto di
fronte alla villetta di Francesca, capì che c'era qualcosa di strano,
chiedendo permesso entrò in casa e trovò il cadavere della ragazza.
Terrorizzata rientrò a casa sua e telefonò alla polizia; in pochi
minuti una volante arrivò e trovò la giovane seduta in poltrona morta.
I
poliziotti videro anche un'impronta di scarpa nel sangue, ma nessuna
traccia dell'arma del delitto; l'ispettore McGarret iniziò con la sua
squadra ad esaminare il luogo del delitto fotografando i dettagli
importanti e cercando delle prove.
Gli indizi migliori furono l'impronta sospetta e le impronte digitali sulla porta.
I
primi ad essere interrogati furono la vicina, il fidanzato e i familiari, da loro
si ebbero risposte sconclusionate, perché erano troppo traumatizzati e
sconvolti da ciò che era appena accaduto per dare risposte lucide e che
mettessero le indagini sulla buona strada.
McGarret notò una macchia di sangue sulla scarpa del fidanzato,
che venne anch'essa acquisita come prova e il ragazzo fu portato in
commissariato, mentre altri agenti ispezionavano il giardino e i
dintorni, alla ricerca dell' arma del delitto.
La scarpa di Giovanni si rivelò essere quella che aveva lasciato l'impronta, dunque il fidanzato fu il primo sospettato; il ragazzo in
lacrime disse che non avrebbe mai potuto uccidere colei che amava e
ammise di essere entrato e aver trovato Francesca già morta, ma in preda
al panico non aveva saputo fare altro che scappare via.
Le impronte sulla porta erano effettivamente di qualcun altro, così
come quelle sul coltello trovato nel cassonetto proprio sotto l'immondizia della vicina.
Per parlare anche con il padre McGarret si recò all'ospedale psichiatrico Sant' Anna, ma lì gli dissero
che l'uomo era scappato il giorno prima. L'ispettore prelevò alcuni
oggetti personali dell'indiziato per comparare le impronte digitali con
quelle trovate sull'arma del delitto.
Fu con queste indagini di laboratorio che l' ispettore chiuse il caso!
L'assassino dunque era il padre completamente folle e geloso che la
figlia avesse un fidanzato e si fosse rifatta una vita senza di lui.
L'uomo venne ritrovato in stato confusionale, accasciato su una
panchina del giardino pubblico, con le mani ancora sporche di sangue e
fu immediatamente arrestato.
Il fidanzato venne rilasciato mentre la madre disperata non smetteva di piangere sconsolata e sola, senza capire il perché di quell'omicidio.
Ottavia R. Laura L. Tharindi P.
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