Durante le lezioni di antologia abbiamo letto alcuni brani autobiografici ed abbiamo individuato le caratteristiche di queto tipo di testo. poi ci siamo messi alla prova ed abbiamo provato a produrre noi qualche teato autobiografico a partire dal ricordo suscitato in noi da qualche vecchia foto. Ecco alcuni risultati.
UN EPISODIO RIVELATORE.
L’altro giorno ho ritrovato una foto che conservo nel mio
cassetto da tre anni.
Ricordo che ero in Sri Lanka e frequentavo la seconda
elementare. Non so il perchè, ma ero antipatica a tutti gli insegnanti che
cercavano in ogni modo di castigarmi.
Con i compagni non andava tanto bene e spesso ero esclusa da
ogni gruppo, perché ero antipatica.
Questa era la versione
dei miei compagni su di me, ma io non ero veramente così.
Cercavo di fare amicizia facendo battute, che non
provocavano le loro risate.
Un giorno una maestra mi scelse per
partecipare al concorso “La dea più bella della scuola”.
Io sinceramente non ero tanto felice dell’idea, dato che
dovevamo ballare, ma ci andai lo stesso.
All’inizio della festa mi ero vestita di verde come tutte le
bambine della scuola, poi chiamarono le partecipanti che dovevano indossare un
altro vestito.
Quando toccava a me non andai a cambiarmi, perché non sapevo
che dovevo portare in un altro abito. Senza cambiarmi salii sul palco, che era
all’aperto, pronta per ballare.
Pensavo che era la mia fine, perché, oltre a non aver portato
un ricambio, non sapevo neanche cosa ballare. Quando partì la musica, invece di danzare iniziai a parlare e la gente si mise a ridere.
Ricordo che ero molto chiacchierona
e sul palco raccontai tutti i segreti, anche dove mia madre nascondeva i soldi e i
gioielli.
Per fortuna il giorno dopo non arrivarono i ladri.
Mia madre era preoccupata, mi raggiunse subito e mi disse che non dovevo più
farlo, ma mi propose di scattare una foto con due bambine che erano le figlie delle
sue amiche.
Anche se non avevo vinto il concorso, ero felice perché
finalmente avevo fatto ridere tutti, e non mi pento di ciò che ho fatto quel
giorno, anzi lo rifarei anche per cento volte.
Natasha Wijesekara
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