domenica 8 giugno 2014

STORIA - INCONTRO CON DEI TESTIMONI

lA VITA DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Lunedì 26 maggio sono venuti in classe nostra, a portarci la loro testimonianza della vita durante la seconda guerra mondiale i signori Edoardo Squillace e Cesare Po.

tessera annonaria
Prima è arrivato il signor Edoardo Squillace, di 80 anni, che al tempo della guerra frequentava la scuola elementare e viveva a Napoli. Ci ha raccontato che quando è stata annunciata solennemente l'entrata in guerra dell'Italia era rimasto indifferente, se non addirittura contento della novità e non capiva perchè la sua vicina piangesse, e il correre nei rifugi durante i bombardamenti gli sembrava quasi divertente, perchè si trovava in cantina con tutti i vicini. Ma si è reso conto cosa significasse essere in guerra quando la loro cameriera, che si era recata in posta per fare una commissione alla famiglia, è rimasta uccisa proprio sotto un bombardamento ed è stato un caso che anche lui non fosse insieme a quella donna. Ci ha anche riferito della
scarsità di cibo disponibile e della difficoltà che avevano le persone che vivevano in città a trovare generi alimentari, che venivano comunque venduti alla borsa nera e per questo erano molto cari. Ci ha anche fatto vedere una fotocopia di una tessera annonaria, cioè quella tessere che davano il diritto ad acquistare a prezzi calmierati certe quantità di cibo
Oltre alla tessera annonaria il signor Edoardo ci ha anche portato altri documenti. Una serie di elmetti appartenenti ai diversi eserciti ( tedesco, americano, inglese....) e qualcuno di noi non ha resistito alla tentazione di provarne uno.

Abbiamo visto anche delle fotografie di macchine e autobus con applicata una grossa apparecchiatura per utilizzare come carburante il gas.


Altro documenti interessanti sono stati la fotocopia di un registro di classe e alcune vecchie foto di classe: abbiamo notato che allora le classi non erano miste, che tutti indossavano un grembiule nero e poi c'erano ragazzi decisamente grandi e bambinetti piccoli.
  Altra cosa che ci ha colpito è che nel registro erano segnati il nome del padre, della madre e la professione del padre e che accanto al nome di un alunno nella colonna dei genitori c'era segnato NN.


Il signore Squillace ci ha raccontato anche che dopo i bombardamenti andavano a raccoglire tra le rovine i pezzi di metallo e cotone tra le rovine e poi i bambini li  portavano a scuola e nelle aule vicino alla lavagna c'erano dei cesti in cuidepositavano questi materiali che venivano poi utilizzati per armi e vestiti per i soldati.
Un po' più tardi è arrivato il signor Cesare Po, di 90 anni, che al tempo della guerra viveva nel nord Italia edha fatto il partigiano.
Il signo Posi è fatto fare un intervista dal signor  Edoardo e  anche noi ragazzi molto incuriositi.gli abbiamo posto qualche domanda.
Cesare ha raccontato che dopo l'8 settembre piuttosto che arruolarsi nell'esercito della repubblica di Salò ha preferito unirsi alle formazioni partigiane. Il gruppo con cui è andato a combattere lui era formato de ex militari ed era molto ben organizzato. Gli alleati li aiutavano molto lanciando col paracadute pacchi contenenti cose superflue come le sigarette e altre molto utili come cibo, scarpe e armi. Questi lanci venivano preannunciati con frasi in codice a radio Londra, per esempio quando loro sentivano sulle frequenze di radio Lndra per tre sere di seguito la frase " le ciliege sono mature", sapevano che la terza sera sarebbero stati sganciati dei rifornimenti. Anche la seta dei paracaduti era molto apprezzata e veniva utilizzata per fare camicie.
Abbiamo chiesto al signor Cesare se lui ha utilizzati delle armi e se ha ucciso qualcuno. Ci ha risposto che essendo un combattente aveva delle armi che ha consegnato alla fine della guerra, e che combattendo può essere che abbia ucciso qualcuno, ma che non lo ha mai fatto volontariamente mirando su una persona in particolare o eseguendo fucilazioni o cose simili.


Questi racconti ci hanno molto affascinato e le due ore programmate per l'incontro sono letteralmente volate.
                                              a cura di Matteo Burlando e Giulia Curatolo